mercoledì 28 dicembre 2011

"Le sorgenti del Dumrak" è in stampa!

Siore e siori, la notizia che sono ad ammannirvi è storica, almeno per me.
Ve l’avevo anticipato già nel post di riapertura del blog a inizio ottobre, ma pareva una cosa lontana, giugno 2012, forse settembre… e ben si sa che i tempi editoriali sono sempre soggetti a slittamenti. Invece, sorpresa delle sorprese questa volta c’è stato un anticipo. Il primo libro della saga di Finisterra (di cui vi esorto ad andare a dare un’occhiata al blog se ancora non lo avete mai fatto) che si chiama come detto “Le sorgenti del Dumrak” ed è scritto a dieci mani con i quattro miei colleghi del laboratorio di scrittura Xomegap, uscirà all’inizio di febbraio e lo presenteremo in anteprima al BUK, la fiera della piccola e media editoria che si svolgerà a Modena.
Ho aspettato a parlarne qui perché fino a prima di Natale abbiamo tenuto la novità “coperta”, ma un altro dei motivi di ulteriore rallentamento ci questo mio diario è stato ovviamente anche il febbrile lavoro di messa a punto finale del testo e tutti gli annessi e i connessi (tutte miserabili scuse naturalmente…).
Che altro dire? Nulla di particolare, rimirate magnifica la copertina qui sotto e correte a leggere tutto il blog, sono già disponibili prologo e primo capitolo (in una versione semi-definitiva), nonché una parte del setup del mondo che abbiamo messo on-line nel corso degli ultimi due anni. Eh sì, perché sono almeno tre che ci lavoriamo alacremente e oltre a quello che si vedrà nel testo c’è molto molto lavoro in più che non arriverà mai alla luce. Come ogni volta che si crea un mondo fatto per bene, naturalmente. E in questo Finisterra ci lascia molto soddisfatti.


Inutile dire che siamo molto felici che questa nostra opera veda la luce anche perché siamo già sotto contratto per il secondo e il terzo volume, da far uscire nel 2013 e nel 2014 rispettivamente. Il secondo peraltro è sostanzialmente già scritto e in questi giorni in fase di editing. Un altro motivo del rallentamento di questo blog (altre miserabili scuse…).
Nota a margine, dovevamo cambiare anche nome al laboratorio, siamo stati sull’orlo di farlo ma poi ci abbiamo ripensato. Siamo nati e restiamo Xomagap, almeno per ora. Comunque sia a scanso di equivoci il libro è firmato coi nomi dei singoli autori.
Buona lettura! (del blog, per ora…)

venerdì 16 dicembre 2011

1921 - Il mistero di Rookford

Florence Cathcart è una donna indipendente, di carattere e rigidamente scientista. Di mestiere smaschera truffatori dell’occulto e non gliene sfugge uno, finché non viene invitata ad indagare sulla morte di un bambino nel collegio di Rookford…



Cominciamo col dire questo: il mistero di Rookford è un film che ha classe. E’ un film molto europeo, molto inglese per la precisione – e in effetti non ho potuto fare a meno di notare che è prodotto dalla BBC.
Ora, io non sono certo uno di quelli che “ah! i film inglesi” (o francesi, per dire) e “Che schifo” quelli americani, ci mancherebbe. Né che dice che i film hollywoodiani siano incapaci di classe o altre simili sciocchezze. Comunque il fatto resta, il mistero di Rookford è un film di classe e io per questo l’ho apprezzato. Si prende il tempo giusto per dare alla storia uno straccio ci collocazione temporale, per dirci qualcosa dei personaggi senza sbattercelo troppo in faccia o tagliarli con l’accetta. Ha due protagonisti belli senza essere troppo levigati e belli (per indole mi riferisco più alla protagonista femminile, ma penso che la cosa possa valere anche per quello maschile, le fanciulle nel caso mi contraddiranno nel caso abbia torto…), ha la giusta dose di paesaggi lividi, di lentezze, di atmosfera.
Se dovessi fare un paio di parallelismi, “The Others” e “The Orphanage” sono certamente i suoi riferimenti più robusti. E questo è anche uno dei due limiti del film, quello di faticare un po’, nonostante molti apprezzabili sforzi, ad uscire dal clichè. Il secondo limite invece è che secondo me ha uno script e uno sviluppo più che buono, ma diventa un po’ anticlimatico quando è ora di tirare le somme. Badate, tutto si spiega, tutto torna, tutto ha una sua ragione ragionevole (nella logica di un film di fantasmi…) assai più solida che in altri film: non rimarrete delusi da una soluzione vaccata, anche la soluzione ha la sua dose di classe.
Però. Però come dicevo tutto questo ha un risvolto anticlimatico, e forse il punto è proprio questa necessità di spiegare per bene tutto con troppa pedanteria: la sensazione è che bisognasse trovare un modo per chiudere la storia con dieci minuti in meno di film e assumersi anche il rischio che non tutti gli spettatori capissero proprio tutto per bene. Un po’ come ne “Il sesto senso” (altro riferimento non peregrino) in cui quando si scopre il colpo di scena tutto accade in pochissimi minuti, senza diluirsi in troppi spiegoni.
Detto questo resta comunque un buon film, con diverse soluzioni davvero interessanti. Specialmente la casa di bambola che si trova all’ultimo piano della del collegio e che rappresenta la villa stessa e quel che dentro vi succede, per me è strepitosa.

Voto: 7+