giovedì 3 novembre 2011

Roberto Cacciapaglia - Ten Directions

Ho pensato di ritardare di qualche giorno la recensione di Ergo Proxy, così nel frattempo mi vedo anche la terza puntata e ho l’occasione di farmi un’idea più precisa (la prima puntata mi era piaciuta un sacco, la secondo un po’ meno…), quest’oggi invece due parole su un’altra delle mie ultime passioni musicali: Roberto Cacciapaglia. Avevo già pubblicato qualche tempo fa un video di “Lux libera nos”, di cui mi piaceva moltissimo oltre alla musica anche il soggetto fantasy. Mi ero fatto l’idea che Roberto Cacciapaglia fosse un giovane compositore che si rifaceva a gruppi classic/pop tipo gli Era o i Deep Forest (rispettabilissimi ma che trovo alla lunga un po’ stucchevoli). Niente di più falso. Cacciapaglia da sulla sessantina, e il suo primo album è del 1975, ha scritto opere e numerose sue composizioni sono state usate per spot televisivi. Insomma è una di quelle persone di cui senza saperlo probabilmente conoscete tutti un sacco di musica. Tra l’altro, quando ancora non avevo chiarito a me stesso il malinteso, cercando altri video ho scoperto che quello di “Lux libera nos” non era un video originale, bensì un assemblaggio amatoriale di pezzi di pubblicità di una marca di prodotti tricologici. Mi sono cadute le braccia, ma comunque devo dire che il tizio che ha fatto il montaggio ha fatto davvero un buon lavoro. In ogni caso, venendo al punto, ho deciso di procacciarmi l’ultima fatica del Cacciapaglia: “Ten Directions”. E’ un paio di mesi che lo ascolto a fasi alterne. Specialmente è stato un po’ la colonna sonora delle mie vacanze in Val Maira, una valle incantata del cuneese di cui prima o poi forse troverò tempo e modo di parlarvi. Se ne parlo ora è perché domani prossimo il nostro è a Modena, in un concerto gratuito al forum Monzani. Io ci vado naturalmente, chissà magari qualcuno della zona che legge decide di venirci.


Innanzitutto e per capire di cosa stiamo parlano: Roberto Cacciapaglia è un pianista, siamo dalle parti di Ludovico Einaudi per capirci (cioè, sempre che questo vi aiuti a capire, s’intende…).“Ten Directions” significa “In tutte le direzioni”, le otto direzioni della bussola più alto e basso. Luoghi emozionali più che fisici, come si legge dalla presentazione dell’opera. E in effetti essa attraversa quasi tutto lo spettro delle sfumature emozionali, con forse la sola eccezione della rabbia. Il pianoforte di Cacciapaglia, aiutato principalmente da archi, voci femminili e qualche brivido elettrico ci porta a spasso principalmente per luoghi spaziosi e celestiali, a volte malinconici o drammatici, ma più spesso ricchi si sentimenti positivi. Tutte e dodici le composizioni sono ben caratterizzate da un tema forte e inconfondibile, melodici senza essere zuccherosi, immediati senza essere banali, pieni di idee ma senza concessioni al virtuosismo fine a sé stesso. C’è spazio per concessioni al pop, come in “Times”, che ricorda Rondò Veneziano. C’è l’accostamento di sacro e profano in “Handel Hendrix House” che fonde classica e rock. In “Double Vision” predomina il pathos. In “Luminous night” la malinconia, in “Home” la dolcezza. Ma non sono nemmeno i miei preferiti, o meglio i miei preferiti cambiano ad ogni ascolto, a seconda di quelli ai quali pongo più attenzione. Insomma un album davvero perfetto a cui tutti dovrebbero dare almeno un ascolto.

Voto: 9