venerdì 17 aprile 2009

SOLSTICE

DUE CHIACCHIERE PRELIMINARI: sono passati dieci anni da quando è uscito The Blair witch project. Molti di voi sicuramente se lo ricordano, quel film sui tre ragazzi che si perdono nel bosco della strega di Blair, filmato con telecamera a mano come un finto documentario e accompagnato da un battage pubblicitario che lo voleva il vero filmato di un fatto realmente accaduto. Costato quattro soldi, fu uno dei successi maggiori della stagione. Se ne dissero tante su quel fenomeno, in Italia la critica gli lanciò specialmente strali contro. A me personalmente il film era piaciuto molto. L’idea era innovativa e la realizzazione brillante (nella sua povertà). Poi di Myrick e Sanchez (i due registi) non avevo saputo più nulla. Per un po’ ho seguito i loro curriculum (su www.imdb.com) e dopo il coinvolgimento, come sceneggiatori, nell’ignobile sequel di Blair witch project avevo perso le oro tracce. Le ho ritrovate (per caso) al mio videonoleggio qualche giorno fa. A quanto pare le loro strade si sono divise: Sanchez ha diretto un paio di film passati completamente inosservati (tra cui Altered che noleggerò verosimilmente a breve) e Myrick ha lavorato principalmente per il mercato dell’home video, tra cui c’è anche questo Solstice.

LA TRAMA IN BREVE: Megan, la cui gemella (Sophie) si è suicidata sei mesi prima, va alla casa sul lago dei genitori per passare una settimana di vacanza insieme al suo gruppo di amici, a cavallo del solstizio d’estate (da cui il titolo). In poco tempo, il luogo si dimostra infestato da una presenza sinistra. Sarà il fantasma della gemella?

COMMENTO: lo so, è più che probabile che leggendo la trama non vi sia venuta voglia di vederlo. Sembra mille altri film, del genere, non è vero? Ebbene, purtroppo è proprio così. Non c’è davvero nulla dell’innovazione di Blair Witch, qui. Ci sono invece tutti gli stilemi del genere horror in versione teen movie: ragazzi in vacanza, relative dinamiche sentimentali, gemelli, un portachiavi maledetto, spiriti inquieti, rubinetti che vomitano fango, sensi di colpa, colpi di scena vagamente narcotici. Nulla da salvare? Beh, se proprio vogliamo possiamo salvare la confezione che non è spregevole. La storia (a parte il canovaccio che, come detto, è piuttosto trito) tiene abbastanza bene, le battutine sceme dei ragazzi non sono particolarmente urtanti, i personaggi non sono particolarmente monodimensionali, ci viene evitato il campionario di ammazzamenti gratuiti. In generale si può dire questo: il prodotto obiettivamente è mediocre ma almeno è realizzato con un passabile buongusto. Ciò detto, ben si sa, chi si accontenta gode.
Certo era legittimo aspettarsi qualcosa di più da uno dei registi di Blair witch, ma sinceramente letta la trama non mi aspettavo poi meglio di così. E se dopo un successo planetario i due registi non si sono più sentiti forse un motivo c’è pure. Peccato. A risentirci dopo la visione di Altered di Sanchez.

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