domenica 15 novembre 2009

Finisterra

Il 24 novembre ho l'esame di stato per l'abilitazione alla professione di Biologo. Prima di interrompere i post di questo blog per una quindicina di giorni per motivi di studio, voglio lasciarvi con una novità riguardante la mia attività di scrittore. Da un mese circa con il laboratorio di scrittura Xomegap abbiamo lanciato il blog di un mondo fantasy che andiamo progettando ormai da un paio di anni, e si chiama (come il post) Finisterra.
A seguire il nostro "comunicato stampa".



E’ attivo il blog di Finisterra

A partire della fine del 2007 il laboratorio di scrittura XoMeGaP è al lavoro nella stesura di un opera fantasy in tre libri che si intitola “Finisterra”. Dopo due anni di lavoro, la stesura del primo libro è praticamente conclusa (è attualmente in fase di editing) e anche gran parte del secondo libro è già stato scritto.
Oltre a ciò che apparirà nei testi però la progettazione di un mondo fantasy comporta molto altro: bisogna immaginare una cartina, dare al mondo una storia, delinearne la società, la religione, i personaggi principali.
Per rispondere all’esigenza di dare uno spazio a tutto questo lavoro oscuro è nato da un mese circa il blog di Finisterra, un luogo dove stiamo a poco a poco cercando di dare una forma organica e fruibile ai nostri appunti. Abbiamo cominciato parlando della geografia del nostro mondo, poi continueremo con la politica, racconteremo la trama del nostro libro (o almeno le sue linee generali), poi verranno parti del testo, le descrizioni dei personaggi principali e veri e propri racconti incentrati su ciascuno di essi.
Questo messaggio è rivolto a coloro che hanno voglia di aiutarci e stimolarci con i loro commenti e le loro critiche, che hanno voglia di condividere (anche solo per un poco) questo nostro sogno o che sono semplicemente curiosi: vi aspettiamo all’indirizzo xomegapfinisterra.blogspot.com.


venerdì 6 novembre 2009

Marco Paolini – I miserabili

Lunedì 9 novembre alle 21:30 su La7 trasmetteranno, in diretta dal porto di Taranto e senza stacchi pubblicitari, lo spettacolo di “I miserabili” di (e con) Marco Paolini.
Lo spettacolo, a quanto leggo sul sito di La7 è un riadattamento de: “I miserabili - io e Margareth Thatcher” che Paolini, accompagnato dai “Mercanti di Liquori”, ha messo in scena per la prima volta nel 2006 ed è formato da monologhi e canzoni che parlano di come la società italiana è cambiata dagli anni ’80 ad oggi.
E’ la terza volta quest’anno che La7 manda in onda gli spettacoli di Marco Paolini. La prima è stata il primo di gennaio con “La macchina del capo”, uno spettacolo che conteneva parti orginali ed altre prese dagli “Album” mentre la seconda sul finire dell’estate quando in seconda serata aveva trasmesso “Il milione: quaderno veneziano” (perché non lo abbia mandato in prima serata è abbastanza misterioso, visto che la programmazione di La7 non è che abbondi di programmi che fanno più audience di Paolini…).
Non starò a ripetere tutta la mia ammirazione per Marco Paolini, che ho già sbrodolato ampiamente nel mio post su “La macchina del Capo”, mi limiterò a consigliare a tutti di guardare anche questo spettacolo, in parte perché sicuramente avrà i suoi motivi d’interesse – non ho mai visto uno spettacolo di Paolini che non li avesse e li ho visti quasi tutti - e in parte anche per un motivo ideologico: ossia per premiare un’iniziativa televisiva che ha dei rari profili di preziosità.
Innanzitutto è un buon servizio alla collettività mettere una volta ogni tanto del teatro in prima serata: un genere di spettacolo che rimase sempre un po’ ai margini e patrimonio dei soli appassionati. In secondo luogo è un buon servizio trasmettere programmi di qualità e spessore cosa che, ahimè, non succede troppo spesso: in RAI quando vogliono fare una cosa (in senso lato) del genere chiamano Celentano e non me ne voglia il molleggiato ma non è proprio la stessa cosa. Poi vabbè, io Celentano – come si dice dalle mie parti – lo infruccerei sicché il raffronto è particolarmente sbilanciato. Vi rimando a fondo pagina per un approfondimento linguistico sul verbo “infrucciare”. In terzo luogo perché La7 ha promesso di trasmettere lo spettacolo senza pubblicità, una scelta coraggiosa visto che gli spettacoli di Paolini sono gli uniche circostanze che portano lo share di detta rete attorno al 10% e quindi sarebbero anche quelle che gli inserzionisti sarebbero disposte a pagare meglio. Non ho niente contro la pubblicità, ci tengo a precisarlo, mi fa solo piacere che ogni tanto sia la legge del mercato a piegarsi alla vita (che in questo caso si manifesta in uno spettacolo teatrale ad atto unico) e non viceversa.

Nota terminologica: “infrucciare” (dal dialetto: infrucèr) letteralmente sta per “infilare” solitamente “con scarsa grazia in un pertugio angusto”. La locuzione “l’infrucirèv” è la contrazione di “Al m’è acsè simpàtec ca l’infuciarèv” che significa letteralmente: “Mi è così simpatico che lo infilerei con scarsa grazia in un pertugio angusto”. Ovviamente il ragionamento è per assurdo. Come e perché si sia creato questo modo di dire lo ignoro mentre sulla natura e la localizzazione dell’angusto pertugio siete liberi di lasciar correre la vostra fantasia; nel caso in questione, quello di Celentano, va bene ovunque purché sia fuori dalla mia vista.