venerdì 6 novembre 2009

Marco Paolini – I miserabili

Lunedì 9 novembre alle 21:30 su La7 trasmetteranno, in diretta dal porto di Taranto e senza stacchi pubblicitari, lo spettacolo di “I miserabili” di (e con) Marco Paolini.
Lo spettacolo, a quanto leggo sul sito di La7 è un riadattamento de: “I miserabili - io e Margareth Thatcher” che Paolini, accompagnato dai “Mercanti di Liquori”, ha messo in scena per la prima volta nel 2006 ed è formato da monologhi e canzoni che parlano di come la società italiana è cambiata dagli anni ’80 ad oggi.
E’ la terza volta quest’anno che La7 manda in onda gli spettacoli di Marco Paolini. La prima è stata il primo di gennaio con “La macchina del capo”, uno spettacolo che conteneva parti orginali ed altre prese dagli “Album” mentre la seconda sul finire dell’estate quando in seconda serata aveva trasmesso “Il milione: quaderno veneziano” (perché non lo abbia mandato in prima serata è abbastanza misterioso, visto che la programmazione di La7 non è che abbondi di programmi che fanno più audience di Paolini…).
Non starò a ripetere tutta la mia ammirazione per Marco Paolini, che ho già sbrodolato ampiamente nel mio post su “La macchina del Capo”, mi limiterò a consigliare a tutti di guardare anche questo spettacolo, in parte perché sicuramente avrà i suoi motivi d’interesse – non ho mai visto uno spettacolo di Paolini che non li avesse e li ho visti quasi tutti - e in parte anche per un motivo ideologico: ossia per premiare un’iniziativa televisiva che ha dei rari profili di preziosità.
Innanzitutto è un buon servizio alla collettività mettere una volta ogni tanto del teatro in prima serata: un genere di spettacolo che rimase sempre un po’ ai margini e patrimonio dei soli appassionati. In secondo luogo è un buon servizio trasmettere programmi di qualità e spessore cosa che, ahimè, non succede troppo spesso: in RAI quando vogliono fare una cosa (in senso lato) del genere chiamano Celentano e non me ne voglia il molleggiato ma non è proprio la stessa cosa. Poi vabbè, io Celentano – come si dice dalle mie parti – lo infruccerei sicché il raffronto è particolarmente sbilanciato. Vi rimando a fondo pagina per un approfondimento linguistico sul verbo “infrucciare”. In terzo luogo perché La7 ha promesso di trasmettere lo spettacolo senza pubblicità, una scelta coraggiosa visto che gli spettacoli di Paolini sono gli uniche circostanze che portano lo share di detta rete attorno al 10% e quindi sarebbero anche quelle che gli inserzionisti sarebbero disposte a pagare meglio. Non ho niente contro la pubblicità, ci tengo a precisarlo, mi fa solo piacere che ogni tanto sia la legge del mercato a piegarsi alla vita (che in questo caso si manifesta in uno spettacolo teatrale ad atto unico) e non viceversa.

Nota terminologica: “infrucciare” (dal dialetto: infrucèr) letteralmente sta per “infilare” solitamente “con scarsa grazia in un pertugio angusto”. La locuzione “l’infrucirèv” è la contrazione di “Al m’è acsè simpàtec ca l’infuciarèv” che significa letteralmente: “Mi è così simpatico che lo infilerei con scarsa grazia in un pertugio angusto”. Ovviamente il ragionamento è per assurdo. Come e perché si sia creato questo modo di dire lo ignoro mentre sulla natura e la localizzazione dell’angusto pertugio siete liberi di lasciar correre la vostra fantasia; nel caso in questione, quello di Celentano, va bene ovunque purché sia fuori dalla mia vista.

1 commento:

  1. a proposito di "infrucciare" le mie ricerche etimologiche non hanno ancora dato esito, nel senso che i dizionari del dialetto modenese non riportano la parola (ma potrebbe essere presente nel bolognese...). Mi viene anche il sospetto che la parola costituisca un quasi neologismo ristretto alla famiglia Giovanelli (insomma: tua nonna.
    A proposito di Celentano a parte ogni altra considerazione bisogna dire che ha una bellissima voce, molto particolare, che con il passare degli anni è persino migliorata. (su , un pochino di obbiettività...).
    Passando alle cose serie possiedo il CD di Marco Paolini+ i mercanti di liquori intitolato proprio"miserabili". 17 brani tutti da godere.
    Cambio ancora discorso, sottopongo al tuo giudizio questa lirica che ho composto dopo avere ascoltato alcune poesie di Sandro Bondi.
    titolo: "Sogno di una notte di mezza estate a Villa C."

    ...mi sporgo
    e lo scorgo...
    il porco
    è nel parco...

    ...m'armo
    d'arco,
    da scorta
    mi smarco...

    da tergo
    lo scroto
    gli torco...

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