domenica 3 maggio 2009

ALTERED


DUE CHIACCHIERE PRELIMINARI: questa recensione è gemella della precedente (Solstice) per cui non tornerò a fare le stesse considerazioni, vi ricordo solo che questo film è girato da uno dei due registi (Eduardo Sanchez) di The Blair witch project, mentre Solstice era girato dall’altro (Daniel Myrick).

LA TRAMA IN BREVE: tre amici sulla trentina catturano un alieno in un bosco e decidono di portarlo da un quarto uomo con il quale avevano rotto ogni relazione ai tempi dell’adolescenza. Lì scopriamo che quindici anni prima gli alieni avevano rapito cinque ragazzi e solo quattro avevano fatto ritorno. Che cosa fare dell’alieno? Uno degli uomini, il fratello del ragazzo scomparso, vorrebbe ucciderlo ma il quarto uomo non la ritiene una buona idea. Intanto l’alieno comincia a manifestare i suoi terribili poteri psionici nel tentativo di liberarsi.

COMMENTO: anche leggendo questa trama, un po’ come leggendo quella di SOLSTICE, probabilmente non vi sarà venuta una grandissima voglia di vedere il film. Devo essere sincero, a me leggendo il risvolto del dvd non era venuta. Le storie di rapimenti da parte degli alieni, da Bagliori nel Buio in giù mi lascino piuttosto freddino, per non dire di peggio. Questo film però è stato tutto sommato una piacevole sorpresa.
La prima cosa da dire è che si tratta di un b-movie. Uno di quelli che hanno fatto almeno un pezzo della storia del cinema horror anni ottanta, quella firmata da registi come Stuart Gordon o Brian Yunza che di certo gli appassionati ricordano bene, ma anche di certi film di Carpenter (tipo Essi Vivono per dirne uno). Che cosa caratterizza questi film? Non saprei nemmeno definirlo esattamente: di certo il budget non elevato, effetti speciali artigianali, il fatto di rifiutare il cliché dell’horror pensato per gli adolescenti, un contenuto splatter piuttosto cospicuo. Ma oltre a questo c’è qualcosa di più: un’atmosfera divertita, una sorta di sotterraneo senso di anarchia. In ogni caso una cosa è certa, di questo genere di prodotto ad un certo punto ha cominciato un po’ a perdersi lo stampo, per cui per me questo film giunge inatteso e corroborante.
La trama sebbene basilarmente non molto originale, trova il suo perché nella sostanziale unità di tempo e spazio (quasi fosse un’opera teatrale è praticamente tutta ambientata in un garage) e nello sviluppo delle sue sfumature. Gli effetti speciali sono artigianali ma ben fatti, a partire dall’alieno adeguatamente gommoso (molto anni ’80 e al contempo molto più efficace dei chili di 3D che ci vengono ormai propinati ad ogni angolo), continuando con i metri di intestino che vengono srotolati fuori dalla pancia di uno dei malcapitati e per finire con un personaggio che marcisce in diretta (un po’ come in Un lupo mannaro americano a Londra). Il ritmo è incalzante, e il film assai corto e anche questa è una forma di anarchismo, della serie: se hai cose da dire per un’ora e quindici minuti non c’è bisogno di arrivare a un’ora e mezza riempiendolo di cose che non c’entrano, non ti paghiamo a peso.
In conclusione questo Altered per me è stato un film soddisfacente a cui, se fossimo a scuola, assegnerei una sufficienza piena - anche se non eccessivamente abbondante.
Consigliato, ma solo agli amanti del genere.

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