
Un paio di mesi fa mi sono tolto lo sfizio.
La trama: ci troviamo in un mondo matriarcale, dominato dalla magia del Canto. Jamis e Elehar, teneramente amici, sono ammessi alla scuola del Canto all’età di dodici anni. A quindici ne uscirà soltanto lui perché lei sarà ammessa alla cerchia più stretta delle maestre dell’arte e di conseguenza condannata a restare per sempre tra le mura della scuola. Ma l’amore di Jamis non si arrenderà…
Commento: Nel complesso mi è piaciuto. E’ ben scritto e ben curato dal punto di vista editoriale, anche se la “confezione” non invoglia fino in fondo. La storia è interessante e in poche pagine (appena un centinaio) ti fa appassionare ai personaggi.
In realtà il limite più grande del testo è proprio questo, la sua brevità. Detto da me è inconsueto, è più comune che io apprezzi la sintesi e condanni invece l’eccesso verbale, ma “Il signore del canto” è davvero asciuttissimo. Qualche pagina in più per descrivere i personaggi secondari, la città in cui si svolge il racconto, per suggerire qualcosa del mondo esterno, e specialmente per dare al climax della storia il giusto respiro avrebbero giovato, perché i presupposti c’erano tutti.
Comunque una lettura che mi sento di consigliare.
Voto: 6.5.
Nessun commento:
Posta un commento