DUE CHIACCHIERE PRELIMINARI: la Star Comics tra metà marzo e inizio aprile lancerà 3 titoli nuovi. "Valter Buio", "Factor V" e "Pinkerton". Rispettivamente: mensile 12 numeri, bimestrale 6 numeri, bimestrale 6 numeri. Inutile dire che non ho potuto (e non potrò) esimermi dall’acquistare (e commentare) almeno il primo numero di ciascuno. In generale ho apprezzato l’opera degli ultimi anni della Star Comics: mi piace il formato di 96 pagine stile Bonelli e mi piacciono le miniserie. Per quanto, vorrei dire anche questo, sebbene nessuna delle pubblicazioni che ho seguito (qualcuna per intero, qualcuna solo per un po’) mi hanno fatto gridare al genio, le ho quasi sempre lette con gusto. Disgraziatamente quella che mi stava piacendo di più (Trigger) è stata interrotta dopo quattro numeri (su sei), cosa che ho trovato piuttosto disdicevole. Ho letto un po’ in giro su internet di tutta la querelle sull’argomento, indipendentemente dalle colpe che non ho gli strumenti per attribuire, per quanto mi riguarda la cosa più importante è che sussiste la possibilità che Ade Capone riesca a fare uscire la fine della storia sotto un’altra casa editrice.
TRAMA: Valter Buio è uno psicanalista di fantasmi. Che cosa significa? Che da un lato è (o almeno si presume...) laureato in psichiatria e dall'altro ha la facoltà di vedere gli spiriti intrappolati nel nostro mondo. Sicché, grazie anche all’aiuto di un medium che li instrada verso di lui, ha deciso di aprire uno studio vero e proprio. Li ascolta raccontare i loro problemi, cerca di sciogliere il nodo che li affligge e va a farsi pagare dai suoi famigliari. Un po’ stiracchiata come spiegazione? Un po’, sì, se devo dirla tutta. Comunque. In questo primo numero assistiamo all’apertura dello studio (un barcone sul Tevere, siamo infatti a Roma), apprendiamo del suo sodalizio con la segretaria, della sua amicizia con lo spiantato Conte Balestra (il medium che gli procura i clienti), della sua turbolenta relazione con la ex-moglie, cominciamo ad apprendere del suo passato e vediamo apparire quello che sarà verosimilmente il “nemico” che farà da filo rosso per legare insieme tutta la miniserie. Intanto Valter risolve anche il suo primo caso.
COMMENTO: un altro pseudo-investigatore dell’occulto? Ma la Star non aveva già prodotto Rourke l’anno scorso? Non erano già sufficienti i cloni di Dylan Dog? Tutte domande legittime. Alessandro Bilotta tra l’altro, ho letto da qualche parte, di Dylan Dog ne ha anche sceneggiato qualcuno e gli echi di quel lavoro si sentono. Ad esempio un certo romanticismo fa capolino qua e là, dicendoci subito chiaramente che questa non è semplicemente una storia di morte ma di amore e morte. A voi decidere se il binomio è gradito, io dirò solo che fin qui non siamo scivolati nello stucchevole (attributo malefico che Dylan Dog, giusto per tornare al prototipo, non sempre ci risparmiava - almeno quando ancora lo leggevo). Ebbene, rimarcato che il filone è piuttosto inflazionato, Valter Buio ha qualche motivo di interesse? Tutto sommato sì, a mio parere. Questo numero 1 è piuttosto ricco e, a parte la psicanalisi in sé un po’ facilona, tratteggia un personaggio articolato, nonché di alcuni subplot e personaggi di contorno di cui immediatamente desideriamo sapere qualcosa di più. Insomma la sceneggiatura a mio parere più che discreta e l’idea di fondo sufficientemente bislacca, allontanano (per il momento) lo spettro della derivatività.
Detto questo, la madre di tutte le domande è: prenderò il numero due? Tutto sommato direi di sì.
Voto: 6.5.
TRAMA: Valter Buio è uno psicanalista di fantasmi. Che cosa significa? Che da un lato è (o almeno si presume...) laureato in psichiatria e dall'altro ha la facoltà di vedere gli spiriti intrappolati nel nostro mondo. Sicché, grazie anche all’aiuto di un medium che li instrada verso di lui, ha deciso di aprire uno studio vero e proprio. Li ascolta raccontare i loro problemi, cerca di sciogliere il nodo che li affligge e va a farsi pagare dai suoi famigliari. Un po’ stiracchiata come spiegazione? Un po’, sì, se devo dirla tutta. Comunque. In questo primo numero assistiamo all’apertura dello studio (un barcone sul Tevere, siamo infatti a Roma), apprendiamo del suo sodalizio con la segretaria, della sua amicizia con lo spiantato Conte Balestra (il medium che gli procura i clienti), della sua turbolenta relazione con la ex-moglie, cominciamo ad apprendere del suo passato e vediamo apparire quello che sarà verosimilmente il “nemico” che farà da filo rosso per legare insieme tutta la miniserie. Intanto Valter risolve anche il suo primo caso.
COMMENTO: un altro pseudo-investigatore dell’occulto? Ma la Star non aveva già prodotto Rourke l’anno scorso? Non erano già sufficienti i cloni di Dylan Dog? Tutte domande legittime. Alessandro Bilotta tra l’altro, ho letto da qualche parte, di Dylan Dog ne ha anche sceneggiato qualcuno e gli echi di quel lavoro si sentono. Ad esempio un certo romanticismo fa capolino qua e là, dicendoci subito chiaramente che questa non è semplicemente una storia di morte ma di amore e morte. A voi decidere se il binomio è gradito, io dirò solo che fin qui non siamo scivolati nello stucchevole (attributo malefico che Dylan Dog, giusto per tornare al prototipo, non sempre ci risparmiava - almeno quando ancora lo leggevo). Ebbene, rimarcato che il filone è piuttosto inflazionato, Valter Buio ha qualche motivo di interesse? Tutto sommato sì, a mio parere. Questo numero 1 è piuttosto ricco e, a parte la psicanalisi in sé un po’ facilona, tratteggia un personaggio articolato, nonché di alcuni subplot e personaggi di contorno di cui immediatamente desideriamo sapere qualcosa di più. Insomma la sceneggiatura a mio parere più che discreta e l’idea di fondo sufficientemente bislacca, allontanano (per il momento) lo spettro della derivatività.
Detto questo, la madre di tutte le domande è: prenderò il numero due? Tutto sommato direi di sì.
Voto: 6.5.
Nessun commento:
Posta un commento