sabato 11 febbraio 2012

Visioni di dicembre/gennaio (seconda parte)

Ecco qui la seconda parte delle mie visioni, come potete notare dai voti con un'unica eccezione sono state "più fortunate" delle altre...

Non pensarci

Film di un mio conterraneo: Gianni Zanasi, nato a Vignola in provincia di Modena, come me. Di lui molti anni fa avevo visto “A domani”. Un filmino piccino picciò che non aveva lasciato grande traccia dentro di me e in cui l’unico motivo di interesse era stato il vedere sul grande schermo pezzi della mia terra, una cosa che mi emoziona sempre un po’. “Non pensarci” è film di tutt’altra densità. Innanzitutto ha uno stuolo di attori veri, e anche ben scelti: Valerio Mastrandrea e Giuseppe Battiston sono tra i miglior attori del cinema italiano secondo me e anche Anita Caprioli non sfigura (anche se ha uno sguardo un po’ fisso, fa patta con una notevole presenza scenica…). Poi la storia, pur rimanendo leggera è assai più interessante e anche i personaggi sono decisamente più incisivi. Splendido specialmente quello di Mastrandrea: un’eterna promessa della chitarra rock che a trentacinque anni deve ancora fare “il disco” e intanto sbarca il lunario con una band di metallari che hanno quindici anni meno di lui. Nel complesso è un film davvero godibile. Ho letto che ne hanno tratto anche una serie tv, me la voglio procurare.

Voto : 7+


La spina del diavolo

Prima de “il labirinto del fauno” Guillermo del Toro aveva già provato a girare un horror che non fosse un vero horror sullo sfondo della guerra di Spagna. Anche qui la ricostruzione è ottima e offusca quasi una storia di fantasmi da che negli ultimi dieci anni (questo film è del 2001) abbiamo, nei suoi tratti generali, ahimè visto declinata in mille modi e fin troppe volte (the Orphanage, Saint Ange, Il mistero di Rookford solo per dire i primi che mi vengono in mente). Cionondimeno appunto per il respiro della storia, che non si limita alla paura, ma in realtà ci dice molto di più su tutto quel che vi ruota attorno, resta un film assolutamente da vedere. Menzione speciale per Eduardo Noriega che da Tesis (il primo film di Amenabar) a qui sembrava essersi abbonato al ruolo del belloccio cattiverrimo. Chissà se dopo gli hanno dato anche dei ruoli diversi…

Voto: 7.5


The sky crawlers

In un presente ucronico è in corso un’eterna guerra tra due fazioni. Si svolge solo nei cieli e coinvolge soltanto i kildren, eterni adolescenti/eroi clonati allo scopo di guidare gli aerei da guerra. Non conosciamo i limite geografici delle fazioni ma sappiamo che la conduzione del conflitto è stata appaltata a due compagnie aeree private: la Rostock e le Lautern. Ma forse, anche se i kildren muoiono sul serio, è tutta una finzione.
Una guerra fatta per non finire mai, la chimera di un'età adulta che non porterà mai stabilità all'inquietudine dell'adolescenza, un avversario invincibile (che non a caso i kildren chiamano "il professore")... butto lì giusto qualche seme per incuriosirvi; “The sky crawlers” comincia con un tema musicale di grande impatto, ha idee interessanti e una struttura solida, un’animazione originale (i personaggi sono disegnati con una tecnica diversa dagli sfondi che sono generalmente molto curati ma statici), una drammatizzazione che funziona… e cieli bellissimi. Miyazaki a parte, il meglio dell’animazione giapponese che mi è capitato di vedere negli ultimi anni. Sotto forma di film almeno.

Voto: 8


Specchio della memoria

Giusto per farvi capire che non è che tutti i film che guardo siano belli. Anche se, dal momento che li scelgo con una certa cura, di solito riesco effettivamente a schivarmi quasi tutti le sòle. Ed eccola qua la sòla di gennaio. Un bel film proveniente dalla metà degli anni novanta, thriller con qualche connotato fantascientifico. Ma più che altro fantascemo: ahimè il presupposto va a pescare proprio nel mio campo di studi per cui devo proprio chiudere entrambi gli occhi per non vedere quale sia il suo livello di assurdità. Peccato che anche con tutti gli organi di senso turati rimane comunque piuttosto brutto. La tensione è sotto le scarpe, gli sbadigli proliferano e poi specialmente sapete cosa? La fisiognomica degli attori. Dopo due minuti di film io ho detto: “So chi è l’assassino” soltanto incorciando le facce degli atori con i loro ruoli. Ci ho azzeccato: e non è mica la prima volta! Dovrei fondare una disciplina a questo riguardo, certo funziona solo con i cineasti fessi.

Voto: 4


Deep water

Nel 1969 il Sunday Times indisse la prima regata in solitaria intorno al mondo senza scalo. Dei nove partecipanti solo uno arriverà al traguardo. Il documentario si focalizza sulla figura di Donald Crowhurst un ingegnere velista della domenica che progettò e costruì la sua imbarcazione finanziato da un privato con un contratto che prevedeva la restituzione del denaro in caso di fallimento del viaggio. Crowhurst parte l’ultimo giorno utile (era possibile partire dal 1 luglio al 31 ottobre ed erano previsti due premi: per il primo ad arrivare e per il viaggio più veloce) nonostante i problemi della sua imbarcazione per non dover restituire il denaro, cosa che lo avrebbe ridotto sul lastrico. Resosi presto conto che l’imbarcazione non potrà portarlo a destinazione (un viaggio di più di 300 giorni) dapprima tenta di falsificare il diario di bordo dichiarando di aver navigato l’Oceano Indiano e il Pacifico mentre in realtà non lascia mai l’Atlantico, poi si suicida.
La vicenda di Crowhurst è una di quelle storie vere che sembrano false, destinata a rovesciare il mito dell’outsider geniale e vincente: un antieroe stritolato dal suo animo di sognatore che non sa valutare i suoi limiti e si rifugia prima nella menzogna e poi nella follia e nel suicidio. La ricostruzione, fatta di interviste e filmati d’epoca è accurata, rigorosa e partecipe. Un documentario esemplare.
Per un approfondire il tema seguite questo link.

Voto: 9

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