giovedì 16 febbraio 2012

Sanremo 2012 seconda serata: la musica, finalmente!

Archiviato Celentano e tutte le polemiche relative, la seconda serata del festival finalmente si centra sulle canzoni. Sono quattordici dei big più otto dei giovani, per cui il programma è fitto e bisogna sgaggiarsi. E’ una bella notizia, perché tendenzialmente ci risparmia nefandezze. Questa volta io e Simona siamo ben preparati, abbiamo fatto il nostro foglio, codificato il nostro sistema di voto “a faccine”. E’ composto da due voti buoni (sollucchero e piacere moderato), una sufficienza e quattro livelli di insufficienza (scarsità, schifo, morte ed esplosione). Siamo però un po’ preoccupati perché non intravediamo molti personaggi chiaramente impresentabili che ci consentiranno di utilizzare una profusione di voti bassi.


Ed ecco qui i risultati (tradotti in numeri)
Nina Zilli: 5 una noia terribile.
Arisa: 6+ risentendo questa e le altre rivedo al ribasso il mio giudizio (e il relativo posto in classifica) assegnatole ieri, canzone non brutta ma nemmeno troppo geniale.
Gigi D’Alessio e Loredana Bertè: 10 o 0 indifferentemente. Preferisco non pronunciarmi. Eliminati.
Pierdavide Carone (feat. Lucio Dalla): 6.5 lui è un po’ anonimo in effetti, ma la canzone ha il suo perché, non mi aspettavo che li buttassero fuori.
Matia Bazar: 6 cosa dire? La canzone è senza infamia e senza lode, la salva però qualche eco seventies.
Finardi: 6+ lo sproloquio di Celentano lo aveva danneggiato ai miei occhi. La sua voce mi è sempre piaciuta e alla fin fine anche il testo non è pessimo.
Emma: 2 coattissima. Stile zero, testo di impegno facilone e stampo facistoide. Le risparmio lo zero giusto perché lei ci risparmia la canzone d’ammmòre.
Marlene Kuntz: 7 come detto ieri, una delle canzoni migliori del lotto, ovviamente cassati dalla giuria demoscopica.
Irene Fornaciari: 6,5 Ritmo indiavolato, aperture rock ma anche folk, testo che ha una qualche ricercatezza. Probabilmente sarebbe la canzone più bella se solo la cantasse qualcun altro (lei è abbastanza intollerabile), tipo Van De Sfroos che l’ha scritta. Eliminata, per quanto mi riguarda, inaspettatamente.
Samuele Bersani: 7 piccola, garbata, piacevole, bel testo specie perché ci risparmia i massimi sistemi (e anche l’ammmòre…).
Chiara Civello: 5 qualcuno ha detto “la più grande cantante jazz della sua generazione”. Solo perché qualcuno lo ha detto non è detto che sia vero. E se anche lo fosse, la sua canzone rompe comunque le palle di brutto.
Noemi: 7+ canzone di impianto solido, capace di mettere d’accordo critica e pubblico, lei effettivamente ha una belle voce. Candidata ad una (non immeritata) vittoria secondo me insieme a Renga e (spero di sbagliarmi) Emma.
Renga: 7+ stesso voto e stesso commento di Noemi, canzone solida, bella voce, candidatura alla vittoria.
Dolcenera: 5 fa un sacco di fracasso e di smanezzo ma il risultato principale è “irritazione”.

“Canzoni mediocri”, si leggeva ieri in giro per la rete, ma non lo si dice forse tutti gli anni? Un po’ è stato l’effetto Celentano, un po’ è che la prima volta che senti una canzone, specie se in una sera ne senti quindici, è raro che ti colpisca molto. Alla fine io sono abbastanza soddisfatto. Secondo me le canzoni non sono brutte, tanto è vero che abbiamo dato pochissime insufficienze. Per giunta devo dire che rispetto a passate edizioni la quantità media di rottami (sia del passato che di neo-rottami recuperati in luoghi vari) è piuttosto bassa.

Un discorso a parte va fatto per i Ciòfani.
Solitamente io li odio i Ciòfani di Sanremo: sono più scarsi, piatti e… vecchi dei vecchi. Quest’anno no, tutt’altro.


A parte la canzone di Alessandro Casillo, anni 15, che per definizione non essendo maggiorenne non c’ha colpa, le altre erano tutte tra il decoroso e il bello. Anzi le canzoni di Celeste Gaia e (specialmente) Marco Guazzone sono probabilmente le mie preferite del festival. Ma niente male nemmeno i Bidiel e comunque più che passabili anche tutti gli altri. Che cosa è successo? Mah! Così a occhio direi che hanno cambiato il metodo di selezione, stavolta ciascuno usciva da un percorso di differente e articolato, Morandi li ha anche citati ma non me li sono annotati.
Ricordo invece un anno – non molto tempo fa - in cui tra i Ciòfani c’erano tipo tre figli di cantanti famosi: facevano tutti abbastanza cagare (o suppergiù...).

Se Sanremo è lo specchio dell’Italia si potrebbe anche pensare che ciò significhi qualcosa: ossia che forse certe rendite di posizione si stanno un po’ erodendo. Certo è pur vero che il festival lo vincerà probabilmente Emma Marrone. E’ pur vero che l’evento per antonomasia sarà stato Celentano e il suo codazzo di polemiche. Che i comici di serata (i Soliti Idioti) erano anche più infestanti di quelli dell’anno scorso, ossia quei Luca e Paolo che già mi piacciono il giusto. Che non si capisce perché, torcicollo a parte, nel 2012 dobbiamo ancora comprare dall’estero un quarto di bue di valletta che non sa parlare l’italiano e non sa ballare. Cacchio, quando è arrivata Ivanka Boh con i suoi 15 centimetri di dentatura cavallina e dopo dieci secondi ha rimarcato che aveva le tette più grosse di Belen Rodriguez ho rimpianto la suddetta e la sua compagna di merende Canalis. Che non è che mi stiano, di base, simpatiche.
Ma si sa che l’Italia è un paese contraddittorio, e alla fin fine a me purché dia segno di muoversi va bene (quasi) tutto. E in definitiva Sanremo è pur sempre (solo e ostinatamente) Sanremo.


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