CHIACCHIERE PRELIMINARI (se non siete interessati passate direttamente al paragrafo dopo).
Innanzitutto lasciatemi dire che il fatto di riuscire per una volta a recensire un film in tempo reale (ossia quando esce al cinema) piuttosto che visto “x” anni dopo in dvd è per me fonte di una certa soddisfazione. Basterebbe che andassi di più al cinema, direte voi e non avete tutti i torti. Però. Se ci vado durante la settimana tendo ad addormentarmi, se invece ci vado nel week-end ci sono altri incerti, tra cui il maggiore è il seguente: qui a Modena i cinema stanno a poco a poco venendo assorbiti da un paio di grandi multisala. Assorbiti nel vero senso della parola: dietro una delle casse ho scorto un ragazzo che faceva la maschera in un altro cinema ormai defunto. Il Victoria ha aperto questa estate proprio dietro casa mia. Nove sale distribuite su tre piani con: bar self-service, sala giochi, tavolini per le attese e le chiacchiere e quant’altro. Una vera e propria cittadella del cinema. In linea teorica un potrebbe anche andarci a passare la serata senza nemmeno andarci, al cinema. Non dubito che qualche ragazzino lo faccia, effettivamente. Il problema è che sabato sera quel luogo è peggio di un girone dell’inferno. Peggio del Circo Basuko per chi ha visto Paura e Delirio a Las Vegas. Entrare nel parcheggio è stata un’esperienza allucinante, la fila alle casse addirittura surreale: un muro di gente confusa in un marasma d’inferno. Venti minuti di fila per ottenere due biglietti mentre sugli schermi il numero dei posti nella sala diminuiva sotto i nostri sguardi impotenti in un countdown malefico. Orde barbariche di adolescenti che erano venuti al cinema assieme in quattordici o forse quindici e che arrivati davanti al bigliettaio erano ancora indecisi sul loro numero complessivo nonchè sul film da andare a vedere. “Andiamo a vedere Imago Mortis!”, “No andiamo a vedere Sette Anime” (l’ultimo di Muccino: praticamente due scelta analoghe…) “Allora, Imago Mortis?”, “No Sette Anime!” “Ma la proiezione delle 22 e 47? O quella delle 23 e 12?”. Insomma grazie a Dio sono andati a vedere Sette Anime perché altrimenti ci seccavano di botto tutta la terza e la seconda fila e a noi toccava vedere il film impiccati in prima.
Ciò detto passiamo al film.
La TRAMA in due parole.
All’istituto per aspiranti registi Murnau uno studente che ha appena perso i genitori inizia ad avere visioni che coinvolgono il fantasma di un ragazzo presumibilmente morto cadendo dall’ultimo piano del palazzo. A seguito di quelle visioni il ragazzo reperirà un misterioso strumento creato da un alchimista del 1600 chiamato tanatoscopio, in grado di imprimere su una sorta di lastra fotografica l’ultima immagine impressa sulla retina di un essere umano prima della morte. Il ritrovamento di questo leggendario strumento contribuirà a far uscire dagli armadi gli scheletri di alcuni professori dell’istituto, nonché darà inizio ad un’inquietante catena di delitti.
Un breve COMMENTO.
Mi sono interessato a questo film dopo avere visto il trailer e dopo aver saputo che il regista è un italiano mentre il film è una coproduzione italo-ispanico-irlandese. Negli ultimi anni sotto il profilo dell’horror e dintorni la Spagna mi ha dato diverse soddisfazioni (i film di Balaguerò, i primi di Amenabar, qualcosa di Paco Plaza e forse più di tutti “Il labirinto del fauno” di Guillermo del Toro) per cui appena il film è arrivato mi sono fiondato immediatamente al cinema. Complessivamente sono rimasto soddisfatto. Imago Mortis è un buon film di genere, con una location stupenda, delle buone atmosfere e diverse suggestioni interessanti. Mi è piaciuta molto anche la colonna sonora (da cui trapela la parte irlandese della produzione). Nonché ho trovato molto interessante l’idea del tanatoscopio e la sua realizzazione visiva. In generale la cura scenografica è davvero notevolissima. Anche il finale non è male. Probabilmente la cosa un po’ più carente è la sceneggiatura. La storia non dico faccia acqua, però con l’andare del tempo si sfilaccia un pochino. A volte anche i dialoghi non sono molto interessanti e i personaggi risultano un po’ tagliati con l’accetta. Specialmente gli studenti che a volte ho fatto addirittura fatica a distinguere l’uno dall’altro: nel complesso sono molto più interessanti i professori.
Insomma concludendo, un film sicuramente consigliato agli amanti del cinema horror: specialmente chi ama i film d’atmosfera. Per quanto riguarda invece coloro che invece non lo amano, secondo me è il tipo di prodotto che rischia di non essere molto interessante.
Innanzitutto lasciatemi dire che il fatto di riuscire per una volta a recensire un film in tempo reale (ossia quando esce al cinema) piuttosto che visto “x” anni dopo in dvd è per me fonte di una certa soddisfazione. Basterebbe che andassi di più al cinema, direte voi e non avete tutti i torti. Però. Se ci vado durante la settimana tendo ad addormentarmi, se invece ci vado nel week-end ci sono altri incerti, tra cui il maggiore è il seguente: qui a Modena i cinema stanno a poco a poco venendo assorbiti da un paio di grandi multisala. Assorbiti nel vero senso della parola: dietro una delle casse ho scorto un ragazzo che faceva la maschera in un altro cinema ormai defunto. Il Victoria ha aperto questa estate proprio dietro casa mia. Nove sale distribuite su tre piani con: bar self-service, sala giochi, tavolini per le attese e le chiacchiere e quant’altro. Una vera e propria cittadella del cinema. In linea teorica un potrebbe anche andarci a passare la serata senza nemmeno andarci, al cinema. Non dubito che qualche ragazzino lo faccia, effettivamente. Il problema è che sabato sera quel luogo è peggio di un girone dell’inferno. Peggio del Circo Basuko per chi ha visto Paura e Delirio a Las Vegas. Entrare nel parcheggio è stata un’esperienza allucinante, la fila alle casse addirittura surreale: un muro di gente confusa in un marasma d’inferno. Venti minuti di fila per ottenere due biglietti mentre sugli schermi il numero dei posti nella sala diminuiva sotto i nostri sguardi impotenti in un countdown malefico. Orde barbariche di adolescenti che erano venuti al cinema assieme in quattordici o forse quindici e che arrivati davanti al bigliettaio erano ancora indecisi sul loro numero complessivo nonchè sul film da andare a vedere. “Andiamo a vedere Imago Mortis!”, “No andiamo a vedere Sette Anime” (l’ultimo di Muccino: praticamente due scelta analoghe…) “Allora, Imago Mortis?”, “No Sette Anime!” “Ma la proiezione delle 22 e 47? O quella delle 23 e 12?”. Insomma grazie a Dio sono andati a vedere Sette Anime perché altrimenti ci seccavano di botto tutta la terza e la seconda fila e a noi toccava vedere il film impiccati in prima.
Ciò detto passiamo al film.
La TRAMA in due parole.
All’istituto per aspiranti registi Murnau uno studente che ha appena perso i genitori inizia ad avere visioni che coinvolgono il fantasma di un ragazzo presumibilmente morto cadendo dall’ultimo piano del palazzo. A seguito di quelle visioni il ragazzo reperirà un misterioso strumento creato da un alchimista del 1600 chiamato tanatoscopio, in grado di imprimere su una sorta di lastra fotografica l’ultima immagine impressa sulla retina di un essere umano prima della morte. Il ritrovamento di questo leggendario strumento contribuirà a far uscire dagli armadi gli scheletri di alcuni professori dell’istituto, nonché darà inizio ad un’inquietante catena di delitti.
Un breve COMMENTO.
Mi sono interessato a questo film dopo avere visto il trailer e dopo aver saputo che il regista è un italiano mentre il film è una coproduzione italo-ispanico-irlandese. Negli ultimi anni sotto il profilo dell’horror e dintorni la Spagna mi ha dato diverse soddisfazioni (i film di Balaguerò, i primi di Amenabar, qualcosa di Paco Plaza e forse più di tutti “Il labirinto del fauno” di Guillermo del Toro) per cui appena il film è arrivato mi sono fiondato immediatamente al cinema. Complessivamente sono rimasto soddisfatto. Imago Mortis è un buon film di genere, con una location stupenda, delle buone atmosfere e diverse suggestioni interessanti. Mi è piaciuta molto anche la colonna sonora (da cui trapela la parte irlandese della produzione). Nonché ho trovato molto interessante l’idea del tanatoscopio e la sua realizzazione visiva. In generale la cura scenografica è davvero notevolissima. Anche il finale non è male. Probabilmente la cosa un po’ più carente è la sceneggiatura. La storia non dico faccia acqua, però con l’andare del tempo si sfilaccia un pochino. A volte anche i dialoghi non sono molto interessanti e i personaggi risultano un po’ tagliati con l’accetta. Specialmente gli studenti che a volte ho fatto addirittura fatica a distinguere l’uno dall’altro: nel complesso sono molto più interessanti i professori.
Insomma concludendo, un film sicuramente consigliato agli amanti del cinema horror: specialmente chi ama i film d’atmosfera. Per quanto riguarda invece coloro che invece non lo amano, secondo me è il tipo di prodotto che rischia di non essere molto interessante.
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